Neonato e sviluppo del linguaggio

Lo sviluppo del linguaggio del bambino evidenzia molta variabilità , ci sono bimbi che già dopo poco più di un anno dicono le prime paroline (mamma, papa, palla, pappa, ecc.) e bimbi che iniziano più tardi.

Il bambino subito dopo la nascita inizia a riconoscere i suoni, le espressioni dei volti, il tono della voce e ad associarli a oggetti e sensazioni, per fare ciò, ha bisogno di un ambiente ricco di relazioni parole, sguardi e coccole, ma soprattutto ha bisogno che le figure intorno a lui si mettano” in ascolto”, assumano un atteggiamento “empatico”.

Che cosa vuol dire?

Che il genitore deve ascoltare i segnali che invia il bambino, provare a interpretarli, ampliarli, fornirgli un ritorno, in questo modo il bambino si creerà un significato positivo dei primi scambi comunicativi, si sentirà sicuro di essere ascoltato, troverà piacere nel gioco di interazione e a quel punto il linguaggio sia in comprensione che in produzione verbale andrà gradualmente a svilupparsi.

Il genitore , può favorire lo sviluppo del linguaggio del bambino in diversi modi:

E’ molto importante parlare al proprio bambino (sin dalla nascita).
La comunicazione per essere tale non deve essere a senso unico, anche se il bambino è piccolo e non può rispondere verbalmente, può utilizzare altri canali (sguardo, movimenti del corpo, suoni) che hanno un grande valore comunicativo e a cui il genitore dovrebbe far attenzione e rispondere di conseguenza.
Questo concetto è molto importante, perché il bambino in base all’attenzione e alle risposte che diamo ai suoi segnali, comprende che questi ultimi creano degli effetti sul genitore e tende quindi a ripeterli e a dargli un valore comunicativo.
Il bambino non è un contenitore vuoto che và riempito, è un essere che nasce già con determinate caratteristiche e và rispettato, tenendo in considerazione i suoi tempi e le sue necessità.

Il linguaggio utilizzato dal genitore, dovrebbe essere semplice, contestuale, con un tono di voce pacato, accompagnato da gesti e mimica facciale.
Si può descrivere quello che si ha intorno e ciò che il piccolo sta guardando;

Descrivere le azioni che si stanno compiendo;
Parlare anche di quello che a breve si andra’ a fare e che si è svolto da poco.
Cantare canzoncine e filastrocche ( durante il cambio del pannolino o durante la pappa).
Gli studi evidenziano che le parole cantate hanno un ritmo e una sonorità che il bambino apprezza maggiormente.
Mentre si fa il bagnetto si possono indicare e nominare le varie parti del corpo (iniziando dal volto); la consapevolezza di sé e quindi anche dello schema corporeo è fondamentale nel processo di  comunicazione con l’altro.
Raccontare brevi e semplici storielle (prima della nanna per es.) si possono utilizzare anche libri con immagini semplici, adatti all’età.

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